I CIE sono un sistema dannoso per migranti e operatori: necessario cambiare la legge

Mercoledì 1 Ottobre 2014 1638

Gli operatori dei Cie, che ho ovviamente sempre incontrato nelle mie visite al Centro, sono vittime dirette di questo farraginoso contesto legislativo, che fa della disumanità un presupposto generale che investe tanto i migranti quanto i lavoratori di queste strutture. Occuparsi delle condizioni dei reclusi significa di conseguenza occuparsi anche del benessere di chi lavora in questi luoghi, dalle forze dell’ordine agli operatori degli enti gestori.
Ciò che sembra sfuggire invece ai due esponenti di FdI-An è che all’interno dei Cie vengono reclusi uomini e donne innocenti, o che hanno già scontato eventuali condanne. Vi sono giovani che studiano e lavorano in Italia da anni, che hanno qui le loro famiglie, alcuni non hanno mai visto il proprio paese d’origine e per loro il rimpatrio è di fatto una deportazione in una terra sconosciuta. Oltretutto, l'efficacia in termini di contrasto dell'immigrazione irregolare dei CIE è pressoché nulla: secondo i dati della Polizia di Stato, lo scorso anno su circa 500.000 migranti irregolari stimati, 6.000 sono stati trattenuti nei CIE, e meno della metà di questi sono stati rimpatriati. La stessa tendenza è stata registrata per il primo semestre del 2014. Tutto ciò a fronte di costi esorbitanti di gestione dei centri e delle operazioni di rimpatrio. Per tutto ciò, continuerò a battermi affinché i CIE vengano aboliti e appoggerò ogni passo in avanti relativo alla riduzione dei tempi di permanenza all'interno di essi. Sono perfettamente consapevole di come i flussi migratori ci pongano davanti alla necessità di intervenire seriamente su tutti gli aspetti che essi coinvolgono, e dunque occorre procedere rapidamente a una profonda modifica di una legislazione inadeguata e dannosa, sia per i migranti che per i cittadini italiani, come la Bossi-Fini e i suoi successivi peggioramenti.
L'abolizione del vergognoso reato di clandestinità è stato un primo passo, ma è urgente dare al nostro Paese una legislazione sull’immigrazione radicalmente nuova, più efficace e più rispettosa dei diritti umani fondamentali. Anche per questo invito i signori Garipoli e Rocca a visitare il CIE di Ponte Galeria insieme a me, affinché non si rinunci - pur partendo da posizioni radicalmente diverse - a fare il nostro dovere di esponenti politici e rappresentanti istituzionali, che è quello di fare il possibile per migliorare le condizioni di vita di ogni essere umano.