Riforma della Pubblica Amministrazione

Lunedì 19 Ottobre 2015 di Ileana Piazzoni 3346
  1. Come cambia la Pubblica Amministrazione? Quali vantaggi per i cittadini?
  2. Come viene riorganizzata l'Amministrazione statale, sia centrale che periferica?
  3. Snellire e semplificare. Ma come cambiano i processi decisionali interni alle pubbliche amministrazione? Come cambiano i tempi della burocrazia?
  4. Quali sono le misure adottate per scongiurare la corruzione nella P.A.?
  5. Cosa si ha intenzione di fare per mettere un freno agli sprechi nelle società partecipate? 
  6. È vero che è in corso uno smantellamento delle forze di polizia?
  7. Sono previste nuove modalità di accesso alla carriera dirigenziale?
  8. La Riforma si occupa anche di disciplinare le modalità di nomina della dirigenza del Servizio Sanitario Nazionale?
  9. Sono previste novità anche nell'organizzazione dell'Avvocatura dello Stato??
  10. Cosa cambia per i lavoratori della Pubblica Amministrazione?

 

Come cambia la Pubblica Amministrazione? Quali vantaggi per i cittadini?

La Pubblica Amministrazione si ammoderna, applicando il principio del digital first, in base al quale i servizi devono essere progettati ed erogati in primo luogo in forma digitale, direttamente via internet, con tablet o smartphone. Basta un click per richiedere e ricevere documenti!
È un progetto ambizioso che deriva dall'esigenza di offrire al cittadino la possibilità di evitare lunghe code, riducendo la necessità stessa di recarsi fisicamente presso gli uffici pubblici.
Con la creazione della cosiddetta Carta di cittadinanza digitale, tutti ci cittadini potranno attendersi dalla pubblica amministrazione - Stato, Regioni e autonomie locali - un livello minimo in termini qualità, accessibilità e disponibilità di servizi online. Finanche i pagamenti dovuti alla pubblica amministrazione saranno più rapidi e trasparenti: le transazioni digitali ed elettroniche saranno favorite e qualora l'utente sia sprovvisto di una carta di pagamento o un conto corrente, potrà effettuare micropagamenti attraverso il credito telefonico.
Allo stesso tempo, la Riforma pone l'accento sull'importanza dell'accesso a Internet e prevede la realizzazione di un'unica rete WiFi gratuita, con autenticazione tramite Sistema Pubblico di Identità Digitale. Sarà messa, inoltre, a disposizione della cittadinanza, la porzione di banda non utilizzata dagli uffici pubblici, in particolare nei giorni festivi e nelle ore notturne.

 

Come viene riorganizzata l'Amministrazione statale, sia centrale che periferica?

Non una riforma di settore ma una Riforma-Paese, volta a rendere la pubblica amministrazione più semplice, più competente. In una parola, più efficiente.
Il primo passo da compiere è, dunque, l'eliminazione di tutti quegli enti pubblici che presentano sovrapposizioni di funzioni o duplicazioni organizzative, logistiche e funzionali che troppo spesso hanno compromesso un corretto svolgimento del lavoro all'interno della PA.
Per quanto riguarda i trasporti, si va verso un'unica banca dati per la circolazione e la proprietà, con un solo libretto. Il Pubblico Registro Automobilistico (PRA), attualmente gestito dall'ACI, sarà inoltre trasferito al Ministero delle infrastrutture e trasporti, a cui fa capo la motorizzazione.
Le Autorità indipendenti che svolgono compiti già assolti da uffici ministeriali saranno soppresse e le Camere di Commercio passeranno da 105 a 60 sulla base di una soglia minima di imprese iscritte nei Registri (almeno 75mila).
In via di riorganizzazione anche le Prefetture che saranno ridotte o accorpate, tenendo un occhio di riguardo a tutte quelle questioni legate alla criminalità, alla densità abitativa e produttiva o al fenomeno delle immigrazioni per quei territori che si affacciano sul mare.
Infine, è prevista la creazione dell'Ufficio territoriale dello Stato in cui confluiranno tutti gli uffici periferici delle amministrazioni civili statali: contatto unico tra amministrazione periferica dello Stato e i cittadini.

 

Snellire e semplificare. Ma come cambiano i processi decisionali interni alle pubbliche amministrazione? Come cambiano i tempi della burocrazia?

Tanto per cominciare, snellire e semplificare sono i primi passi verso la riduzione dei conflitti e lo sviluppo di una comunicazione efficace tra diversi livelli istituzionali. L'obiettivo è quello di ricomporre le distanze, di fare in modo che l'amministrazione si muova come un corpo unico, in funzione agli interessi e ai bisogni dei cittadini.
Pertanto, il Governo si è mosso verso la velocizzazione in materia di Conferenza dei Servizi. Ciò significa ridefinire e ridurre i casi di conv
ocazione obbligatoria, circoscrivere di volta in volta i partecipanti, convocare riunioni e incoraggiare la partecipazione per via telematica.
Ma non è tutto: se, nonostante tutte le agevolazioni, la Conferenza non sia in grado di dare il proprio parere, si applicherà il principio del silenzio-assenzo. Cos'è? Il ribaltamento della logica per la quale oggi molte amministrazioni si bloccano, non comunicano o comunicano male tra loro, creando un'incertezza di tempo e regole e quindi un danno al cittadino. Non è un “via libera” alle costruzioni selvagge, ma la garanzia di tempi di risposta certi.
30: è il numero di giorni a disposizione di un'amministrazione per concedere o negare  assenzi, concerti o nulla osta a un'altra amministrazione. Nel caso in cui ciò non avvenga, l'assenso, il concerto o il nulla osta s'intende acquisito. Un termine che si applica anche ai pareri resi dalle amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali  (come le soprintendenze) e della salute dei cittadini, benché in tale circostanza sia fissato in 90 giorni. In quest'ultimo caso – e qualora venga ritenuto necessario per la realizzazione delle cosiddette “grandi opere” – si potranno attribuire poteri sostitutivi al Presidente del Consiglio, il quale agirà attraverso i prefetti.
Il Governo è delegato ad adottare, entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della riforma, uno o più decreti legislativi volti a individuare con precisione i procedimenti per i quali è necessaria la SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), quelli per i quali vige il silenzio assenso e quelli per i quali serve autorizzazione espressa. Viene previsto inoltre l’obbligo di comunicare ai soggetti che presentano un’istanza alla PA i termini entro i quali l’amministrazione è tenuta a rispondere oppure entro i quali il silenzio equivale all’accoglimento della domanda.
La riforma della pubblica amministrazione agisce anche sulla cosiddetta autotutela amministrativa, ossia la possibilità riconosciuta a ogni amministrazione pubblica di revocare un proprio atto se si scopre che è illegittimo. Laddove ieri non c'erano tempi certi e il generico “termine ragionevole” lasciava molto spazio all'immaginazione, oggi il Governo precisa che entro il termine di 60 giorni (30 per la SCIA edilizia) dalla ricezione della SCIA l'ente destinatario deve verificare l'esistenza dei requisiti previsti e vietare la prosecuzione dell'attività entro il termine di 18 mesi nel caso in cui sia impossibile regolarizzare l'attività. Qualora la regolarizzazione sia possibile, l'ente deve decidere solo la sospensione dell'attività, indicando al privato le misure correttive da adottare. Il termine di sospensione deve essere esplicitamente indicato nell'atto che la dispone e può essere prorogato o differito per una sola volta.

 

Quali sono le misure adottate per scongiurare la corruzione nella P.A.?

Tra le novità più rilevanti in materia di anticorruzione e di controllo da parte del cittadino, c'è l'introduzione del Freedom of Information Act (FOIA) che punta al massimo accesso a tutti i documenti, gli atti, le informazioni e i dati in possesso di un soggetto pubblico. Si tratta del riconoscimento della libertà d'informazione: un istituto di origine anglosassone che permetterà a chiunque, senza alcuna necessità di dimostrare un interesse diretto, l'accesso agli atti delle pubbliche amministrazioni. Sono fatti salvi, naturalmente, i casi di segreto o di divieto di divulgazione previsti dall'ordinamento e nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati. L'accesso sarà possibile anche per via telematica ed è prevista la fissazione di sanzioni a carico delle amministrazioni nei casi di inadempienza. La trasparenza, quindi, diventa total disclosure! L'obiettivo è quello di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche.
Lo strumento potrebbe far luce su tutti i soggetti pubblici, le concessionarie di servizi pubblici e le società partecipate. Accanto alla semplificazione delle procedure per l'iscrizione alle White List – gli elenchi dei soggetti non a rischio di mafia ai fini della partecipazione agli appalti pubblici – l'introduzione di questo strumento rappresenta un passo importante per rafforzare la lotta alla corruzione, delineando l'immagine di un Paese che in questa lotta si gioca la propria credibilità internazionale e la capacità di attrarre investimenti.

 

Cosa si ha intenzione di fare per mettere un freno agli sprechi nelle società partecipate? 

La Riforma lancia anche il riordino delle partecipate e delle municipalizzate, con accorpamenti e tagli delle società che non riescono a garantire parità di servizi a tutti i cittadini e a varare piani di rientro dal disavanzo e nuove regole sulle nomine degli organismi dirigenti. Si prevede la possibilità di commissariamento nel caso in cui le partecipate presentino dei conti in rosso. Con i decreti attuativi, si fisseranno vincoli sulle assunzioni e sugli stipendi dei dirigenti e si detteranno i criteri di valutazione del personale.
La trasparenza rappresenta la regola madre della Riforma e verrà certamente applicata anche a tutti gli enti partecipati attraverso l'unificazione dei dati economico-patrimoniali e dei principali indicatori di efficienza.

 

È vero che è in corso uno smantellamento delle forze di polizia?

Quel che è vero è che i corpi di polizia passeranno da cinque a quattro, con riordino delle funzioni nel campo della sicurezza agroalimentare e del Corpo forestale dello Stato, ed eventuale assorbimento dello stesso in un’altra forza di polizia, mentre le competenze del Corpo forestale in materia di lotta attiva agli incendi boschivi e spegnimento con mezzi aerei, e le connesse risorse, passeranno al Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Non si tratta quindi di seguire la logica dello smantellamento bensì quella del potenziamento e della semplificazione, per dotare il nostro Paese di una moderna forza specializzata unitaria a presidio della tutela dell'ambiente e del nostro straordinario patrimonio agroalimentare.
Possiamo dire che, in generale, è previsto un riordino di tutte le forze di polizia per migliorarne la cooperazione sul territorio ed eliminare la duplicazione nelle funzioni. Anche le progressioni di carriera cambieranno: non più basati sugli scatti di anzianità bensì sul merito e la professionalità.
In coerenza con la riforma delle province, saranno riordinati i corpi di polizia provinciale e, per quanto riguarda le forze operanti in mare, si procederà al rafforzamento del coordinamento tra Corpo delle capitanerie di porto e Marina militare, in modo da ottimizzare mezzi e infrastrutture. Sarà istituito – al posto dei tanti 118, 113, 115 – il 112, numero unico per le emergenze su tutto il territorio nazionale.

 

Sono previste nuove modalità di accesso alla carriera dirigenziale?

Certamente sì! Lo spirito che anima questa riforma parte dal principio secondo cui sono necessarie le persone giuste, al posto giusto, per un tempo giusto. Il modello, pertanto, è quello di una dirigenza di ruolo e selezionata per concorso, con promozioni sulla base di valutazioni positive ottenute negli incarichi precedenti, senza più alcun automatismo di carriera.
I dirigenti saranno organizzati in tre ruoli unici: dello Stato, delle Regioni e degli enti locali. Si dice quindi addio alla figura del segretario comunale le cui mansioni saranno assunte – nell'arco di tre anni – dal dirigente locale. Con la riforma, avremo dunque dei dirigenti autonomi e indipendenti dalla politica che svolgeranno funzioni di legalità.
Contestualmente alla creazione dei tre ruoli unici, è prevista l'istituzione di tre commissioni di verifica e di un sistema della dirigenza pubblica, una sorta di banca dati contenente i dati professionali e gli esiti delle valutazioni relativi a ciascun dirigente.
Ai nuovi incarichi dirigenziali si potrà accedere per:

  • corso-concorso, con cadenza annuale e per partecipare al quale bisognerà essere in possesso di un titolo di studio non inferiore alla laurea magistrale. Superato questo scoglio, è prevista l’immissione in servizio dei vincitori come funzionari, con obblighi di formazione, per i primi tre anni – con possibile riduzione del suddetto periodo in relazione all'esperienza lavorativa nel settore pubblico o a esperienze all'estero – e successiva immissione nel ruolo unico della dirigenza sulla base della valutazione da parte dell'amministrazione presso la quale sarà stato attribuito l'incarico iniziale;
  • concorso – anch'esso bandito a cadenza annuale – per il quale sarà sempre richiesto il possesso di un titolo di studio non inferiore alla laurea magistrale. Anche per i concorsi sono escluse le graduatorie di idonei, ma è prevista la formazione di una graduatoria finale al termine del ciclo di formazione iniziale e l’assunzione a tempo determinato. Quest'ultima avverrà solo previo superamento di un esame di conferma, dopo il primo triennio di servizio – con possibile riduzione della durata in relazione all'esperienza lavorativa nel settore pubblico o a esperienze all'estero. In caso di mancato superamento dell'esame di conferma è, invece, prevista la risoluzione del rapporto di lavoro, con eventuale inquadramento nella qualifica di funzionario.

Gli incarichi non saranno più a vita ma avranno una durata quadriennale e saranno rinnovabili previa partecipazione ad una procedura di avviso pubblico; potranno essere rinnovati per ulteriori due anni senza procedura selettiva per una sola volta, purché motivata e nei soli casi nei quali il dirigente abbia ottenuto una valutazione positiva.
I dirigenti privi di incarico riceveranno solo il trattamento economico fondamentale e decadranno dopo un certo tempo nel caso in cui abbiano ricevuto una valutazione negativa. Tuttavia, i dirigenti collocati in disponibilità, potranno formulare istanza di ricollocazione in qualità di funzionario nei ruoli delle pubbliche amministrazioni.
Di particolare importanza diventerà, quindi, la valutazione dei risultati che saranno rilevanti ai fini del conferimento di incarichi dirigenziali successivi e alla costruzione del percorso di carriera.
Per quanto riguarda l’assegnazione di incarichi dirigenziali a personale esterno alla PA, è stato posto un limite del 10% e avverrà mediante procedure selettive e comparative.
Per quanto attiene, invece, al sistema di formazione, è prevista la riforma della Scuola Nazionale dell'Amministrazione, con il coinvolgimento di istituzioni nazionali e internazionali; riguardo alla formazione permanente dei dirigenti è stabilita la definizione di obblighi formativi annuali e il coinvolgimento dei dirigenti in carica nella formazione di futuri dirigenti.

 

La Riforma si occupa anche di disciplinare le modalità di nomina della dirigenza del Servizio Sanitario Nazionale?

Prevista anche una nuova disciplina degli incarichi di direttore generale, di direttore amministrativo e di direttore sanitario delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale e di direttore dei servizi socio-sanitari.
La selezione dei direttori generali sarà unica per titoli. Questi confluiranno in un elenco nazionale degli idonei istituito presso il Ministero della salute e aggiornato con cadenza biennale: da qui potranno attingere le regioni e le province autonome per il conferimento dei relativi incarichi da effettuare nell'ambito di una rosa di candidati costituita da coloro che manifestano l'interesse all'incarico da ricoprire. La verifica e la valutazione del lavoro dei direttori generali terrà conto del raggiungimento degli obiettivi sanitari e dell'equilibrio economico dell'azienda. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, è prevista la decadenza dall'incarico e la possibilità di reinserimento soltanto dopo una nuova selezione.
I direttori amministrativi, i direttori sanitari, nonché, ove previsti dalla legislazione regionale, i direttori dei servizi socio-sanitari saranno selezionati per titoli e colloquio, previo avviso pubblico. Anch'essi saranno inseriti in appositi elenchi regionali degli idonei, aggiornati con cadenza biennale, da cui i direttori generali devono obbligatoriamente attingere per le relative nomine. In caso di manifesta violazione di leggi o regolamenti o del principio di buon andamento e imparzialità è prevista la decadenza dall'incarico. Tali norme saranno applicate anche alle Aziende ospedaliero-universitarie.

 

Sono previste novità anche nell'organizzazione dell'Avvocatura dello Stato?

Sì, anche l’Avvocatura dello Stato subirà delle modifiche: gli incarichi direttivi non potranno essere conferiti ad avvocati dello Stato prossimi alla pensione (70 anni). Inoltre, gli incarichi avranno "natura temporanea" per massimo 4 anni rinnovabili per una sola volta.
La stretta sugli incarichi direttivi agli avvocati dello Stato si applica anche a quelli già assegnati prima dell'approvazione della delega PA.
Inoltre, gli incarichi dovranno essere assegnati a rotazione e si dovrà tener conto delle attitudini organizzative e relazionali del candidato, della professionalità acquisita e desunta in particolare da indici di merito predeterminati dal Consiglio degli avvocati.
Nel momento in cui l'avvocato conclude l'incarico sarà assegnato alle funzioni non direttive del medesimo ufficio.

 

Cosa cambia per i lavoratori della Pubblica Amministrazione?

Il Testo Unico del pubblico impiego verrà aggiornato per dare spazio a una semplificazione delle norme sulla valutazione dei dipendenti e fare un passo concreto verso il superamento delle vecchie dotazioni organiche in favore dei fabbisogni delle amministrazioni e di più facili pratiche di mobilità, al fine di favorire e promuovere la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro dei dipendenti. È così che, entro tre anni, almeno il 10% dei lavoratori che ne facciano richiesta potrà avvalersi di forme di lavoro alternative, come il telelavoro, il co-working e lo smart-working.
Diventare un dipendente pubblico sarà una questione di merito! La riforma prevede, infatti, prove di accesso che privilegiano l'accertamento della capacità dei candidati di utilizzare e applicare a problemi specifici e casi concreti nozioni teoriche, con possibilità di svolgere unitariamente la valutazione dei titoli e le prove concorsuali relative a diversi concorsi per partecipare ai quali viene cancellato il requisito del voto minimo di laurea.
Verranno attribuiti più poteri all'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) sul fronte della contrattazione integrativa e sarà introdotto un sistema informativo nazionale per orientare e programmare le future assunzioni. Arriveranno nuove norme in materia di responsabilità disciplinare dei dipendenti per accelerare e rendere concrete e certe le sanzioni.
Una novità riguarda anche gli accertamenti medici in caso di assenze per malattia, la cui responsabilità passa dalle Asl all'Inps.
Nell'ambito della dirigenza, verrà rafforzato il principio di separazione tra indirizzo politico amministrativo e gestione, con conseguente responsabilità amministrativo-contabile dei dirigenti per l'attività gestionale, mediante esclusiva imputabilità agli stessi della responsabilità amministrativo-contabile per la gestione.
È prevista, infine, la possibilità di conferire incarichi, cariche e collaborazioni a pensionati a titolo gratuito. Per i soli incarichi dirigenziali e direttivi, ferme restando le gratuità, la durata non può essere superiore a un anno, non prorogabile né rinnovabile, presso ciascuna amministrazione.