Camera, finalmente approvata la riforma del Terzo Settore

Giovedì 9 Aprile 2015 1760

Un intervento completo, che mira a porre fine a un sistema di regole disomogeneo e disarticolato, chiesto a gran voce proprio a partire dalle associazioni del settore. Il percorso di riforma è stato lungo e articolato, ma soprattutto molto partecipato, dalla consultazione online sulle linee guida, alle audizioni, al lavoro della Commissione Affari Sociali, perché fin dal principio si è capito che una buona legge sarebbe scaturita solo dal confronto con i diretti protagonisti. Sono state così approvate, in Commissione e in Aula, importanti modifiche del testo originario, precisando i confini della delega che il Parlamento affida al Governo.

Con l’approvazione del disegno di legge si riscrive dunque un nuovo quadro di regole omogenee, trasparenti, efficienti, definendo natura, finalità, campi di attività degli enti del Terzo Settore, nonché i principi e i vincoli che ne ispirano l'azione, con la volontà di costruire condizioni favorevoli alla loto crescita e al loro consolidamento.

Viene così per la prima volta introdotta la definizione normativa di Terzo Settore, si procede alla revisione della disciplina del Codice Civile e della normativa speciale in materia di associazioni e altre istituzioni senza scopo di lucro, con la finalità di semplificare il procedimento per il riconoscimento della personalità giuridica, prevedendo però fondamentali obblighi di trasparenza e informazione, attraverso forme di pubblicità degli atti fondamentali degli enti, a partire dai bilanci.

Si provvede alla riorganizzazione del sistema di registrazione degli enti e dei loro atti di gestione, anche in questo caso secondo criteri di semplificazione, trasparenza e pubblicità, attraverso la previsione di un registro unico del Terzo Settore, a cui è resa obbligatoria l’iscrizione per tutti quegli enti che intendono avvalersi di finanziamenti pubblici o agevolazioni, di sottoscrizioni private, dei fondi europei per il sociale, o che esercitino attività in convenzione con lo Stato e altri enti pubblici.

Viene riconosciuto il fondamentale ruolo degli enti del Terzo Settore nella fase di programmazione territoriale dei servizi socio-assistenziali e nella tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale, predisponendo l’individuazione di criteri per l'affidamento agli enti dei servizi d'interesse generale e per la valutazione dei risultati ottenuti.

Si pongono le basi per una compiuta revisione della disciplina dell’impresa sociale, tenendo fermo il principio della destinazione degli utili in misura prevalente al raggiungimento di obiettivi sociali e ampliando i settori di attività verso aree di sostegno particolarmente sensibili nel momento attuale, come quelle dell’inserimento lavorativo dei lavoratori svantaggiati, dell’alloggio sociale, dell’erogazione del microcredito, del commercio equo e solidale. Quanto alla questione della distribuzione degli utili, posto che il rispetto della “socialità” dell’impresa non è garantita unicamente dal divieto di distribuzione degli stessi, è stata ribadita l’impossibilità di usufruire delle agevolazioni fiscali previste per quelle imprese che procedano alla distribuzione degli utili.

Un ruolo estremamente positivo assume la delega al Governo per la riforma del Servizio Civile Nazionale, affinché sempre più giovani possano partecipare attivamente a questa fondamentale esperienza di impegno civile e di crescita personale, introducendo un meccanismo di programmazione pluriennale che ha lo scopo di rendere stabile e certo il finanziamento, realizzando finalmente l’universalità dello stesso.

Centrale importanza nel disegno complessivo di riforma occupano le disposizioni che dettano criteri e principi per l’introduzione di misure di sostegno fiscale e agevolativo, riconoscendo finalmente al Terzo Settore una soggettività anche economica, incentrata completamente attorno a precisi obblighi di trasparenza e introducendo precise funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo sugli enti. 

Con questa legge di riforma si fa un importante passo in avanti verso la realizzazione di quel welfare partecipativo su cui 15 anni fa venne costruita la riforma dei servizi e degli interventi sociali. Occorre però che si intervenga con altrettanta decisione per il cambiamento e l'ammodernamento della pubblica amministrazione in questo campo. 

Su questo, tornerò a breve con un approfondimento.