Secondo l’ultimo rapporto sulle agromafie elaborato da Eurispes e Coldiretti lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura ha coinvolto circa 430.000 persone nel 2015, di cui 100.000 relegate a un vero e proprio regime di schiavitù. Numeri spaventosi, che raccontano situazioni inaccettabili per un Paese civile, più volte culminate in episodi di violenza, da Rosarno a Castelvolturno sino, più recentemente, alle campagne del Ragusano, dove mi sono recata personalmente, e dove lo sfruttamento lavorativo ha dato luogo anche a riprovevoli violenze fisiche e psicologiche su tantissime donne straniere. La nuova legge contro il caporalato riscrive il reato di caporalato estendendo la sanzione al datore di lavoro (anche se persona giuridica) che, approfittando dello stato di bisogno del lavoratore, pone in essere condotte di sfruttamento. Viene introdotta inoltre una circostanza attenuante in caso di collaborazione con le autorità, così come l'arresto obbligatorio in flagranza di reato, il rafforzamento dell'istituto della confisca e l'adozione di misure cautelari relative all'azienda agricola in cui è commesso il reato. Molto importante poi la previsione dell'estensione alle vittime del caporalato delle risorse stanziate dal Fondo anti-tratta. La legge, oltre alle misure sanzionatorie, prevede il rafforzamento della Rete del lavoro agricolo di qualità, strumento fondamentale per combattere le irregolarità nel settore e allo stesso tempo creare un sistema virtuoso e premiante per le aziende agricole che operano nella legalità. Sul tema della retribuzione mediante voucher viene esteso al settore dell’agricoltura il limite economico di duemila euro netti per ogni singolo lavoratore. Si istituisce infine un'apposita Cabina di regia con il compito di monitorare il fenomeno, che trasmetterà al Parlamento una relazione annuale sullo svolgimento dei suoi compiti. L’approvazione di questo provvedimento rappresenta il frutto del grandissimo lavoro svolto dalla Flai Cgil, dalle altre organizzazioni sindacali e da tutte le associazioni attive sul tema, nonché la ferma volontà del Governo e del Parlamento di cancellare la vergogna dei ghetti di braccianti senza diritti: un segnale di tolleranza zero, specie con l'avvicinarsi della raccolta degli agrumi, verso un fenomeno che inquina uno dei settori vitali per lo sviluppo del nostro Paese.