La legge in questione non si limita ad introdurre la possibilità di installare sistemi di videosorveglianza nelle strutture che ospitano minori, disabili o anziani. Questa possibilità già esiste, con regole carenti e non chiare. Con la proposta di legge approvata si dà luogo a una regolamentazione organica, consentendo l'installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso (previo accordo con le organizzazioni sindacali e autorizzazione da parte dell’ispettorato del lavoro), che garantiscano la protezione dei dati acquisiti, introducendo altresì un divieto generalizzato di utilizzo di webcam e di accesso alle immagini, che restano a disposizione della polizia giudiziaria e del pubblico ministero per le loro indagini.
Ma il cuore del provvedimento è rappresentato dalla volontà di tutelare le persone più vulnerabili investendo sulla formazione iniziale e sulla formazione obbligatoria permanente del personale delle strutture educative e di cura, tenendo anche conto, per la prima volta, del tema del logoramento di queste professioni, prevedendo il supporto di équipe psicopedagogiche territoriali e il farsi carico, da parte dei datori di lavoro di adeguati percorsi di sostegno e di ricollocamento del personale che dovesse rivelarsi in burn out.
La legge, infine, interviene anche per ampliare e regolamentare gli orari di accesso nelle strutture, perché la possibilità di accedere nelle strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie, al di là degli orari che già sono regolamentati, può costituire un ulteriore strumento di prevenzione e di deterrenza rispetto a situazioni di maltrattamento o di abuso, attraverso il controllo diretto e il controllo sociale che possono esercitare i familiari nell'accesso alle strutture e nella visita ai parenti.