Maltrattamenti negli asili nido e nelle strutture socio-assistenziali, investimento sulla formazione professionale e nuove regole sulla sorveglianza

Mercoledì 19 Ottobre 2016 2220

La legge in questione non si limita ad introdurre la possibilità di installare sistemi di videosorveglianza nelle strutture che ospitano minori, disabili o anziani. Questa possibilità già esiste, con regole carenti e non chiare. Con la proposta di legge approvata si dà luogo a una regolamentazione organica, consentendo l'installazione di sistemi di videosorveglianza a circuito chiuso (previo accordo con le organizzazioni sindacali e autorizzazione da parte dell’ispettorato del lavoro), che garantiscano la protezione dei dati acquisiti, introducendo altresì un divieto generalizzato di utilizzo di webcam e di accesso alle immagini, che restano a disposizione della polizia giudiziaria e del pubblico ministero per le loro indagini.
Ma il cuore del provvedimento è rappresentato dalla volontà di tutelare le persone più vulnerabili investendo sulla formazione iniziale e sulla formazione obbligatoria permanente del personale delle strutture educative e di cura, tenendo anche conto, per la prima volta, del tema del logoramento di queste professioni, prevedendo il supporto di équipe psicopedagogiche territoriali e il farsi carico, da parte dei datori di lavoro di adeguati percorsi di sostegno e di ricollocamento del personale che dovesse rivelarsi in burn out.
La legge, infine, interviene anche per ampliare e regolamentare gli orari di accesso nelle strutture, perché la possibilità di accedere nelle strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie, al di là degli orari che già sono regolamentati, può costituire un ulteriore strumento di prevenzione e di deterrenza rispetto a situazioni di maltrattamento o di abuso, attraverso il controllo diretto e il controllo sociale che possono esercitare i familiari nell'accesso alle strutture e nella visita ai parenti.