L'Osservatorio europeo delle persone senza fissa dimora (relativo a 15 Paesi UE), lancia allarme su come il fenomeno sia aumentato in tutta Europa nel quinquennio trascorso. Un invito all'azione per gli Stati Membri che l'Italia ha raccolto, a partire dall'aggiornamento delle “Linee guida di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta”, adottate dal Governo, dalle Regioni e dalla Province autonome e dalle autonomie locali, che hanno previsto insieme di interventi organici di supporto, delineando una strategia per uscire dalle logiche emergenziali. Per la loro attuazione sono stati stanziati 50 milioni di euro a valere sul triennio 2016-2019, per potenziare la rete dei servizi per il pronto intervento sociale e il sostegno delle persone senza dimora nel percorso verso l'autonomia, anche sulla base dei cosiddetti approcci housing led e housing first, che identificano il rapido reinserimento in un'abitazione come punto di partenza per avviare un percorso di inclusione sociale. Con l’approvazione del decreto legislativo che ha introdotto il Reddito di Inclusione inoltre, una quota di 20 milioni di euro annui del Fondo povertà, a partire dal 2018, sarà destinata a interventi in favore delle persone senza fissa dimora.Tutelare la dignità delle persone, specie degli ultimi, è stato uno dei principali obiettivi di questa legislatura. Un obiettivo posto all'interno della più ampia strategia di contrasto alla povertà: dall'introduzione del ReI appunto, alla lotta alla povertà educativa, al sostegno ai giovani neomaggiorenni, che si trovano a vivere al di fuori della famiglia dopo aver concluso un percorso in una comunità, o a causa di provvedimento dell'autorità giudiziaria che ha colpito il loro nucleo familiare. Con un’attenzione particolare però, ai bisogni e alle esigenze di particolari categorie, per progettare e realizzare interventi veramente efficaci, a partire da di chi, senza una fissa dimora, vive nelle situazioni di povertà più estrema.