Considero molto gravi le dichiarazioni di Marchini non solo per la mancanza di rispetto verso l’intera comunità LGBT romana, ma anche per la leggerezza con cui ha dichiarato irrilevante, tra i compiti del primo cittadino, la promozione della parità dei diritti.
Proprio i sindaci dovrebbero spendersi in prima persona per rendere pienamente esigibili i diritti. Su un tema così importante, che tocca da vicino la dignità di migliaia di cittadini, la forma equivale alla sostanza e rendersi indisponibile a celebrare le unioni civili dà realmente la misura di cosa Marchini abbia in mente per Roma sul piano dell’uguaglianza. L’approvazione definitiva della legge sulle unioni civili, che ci apprestiamo a votare, renderà questo Paese più equo e più civile e Roma vedrà presto, come tutte le città italiane, celebrare le unioni civili.
Marchini dovrà farsene una ragione ma sono sicura che i cittadini romani lo priveranno di questa incombenza.