Ci sono vicende che fanno da spartiacque nella storia di un Paese. C'è un prima, e c'è un dopo. E quando quel dopo è nella sostanza affermazione di un diritto, quelle vicende assumono un valore, un significato fortissimo. È il caso di Patrizia, prima donna ad esercitare la sua piena volontà di fronte a una malattia terribile, grazie alle previsioni introdotte dalla legge sul biotestamento. Una scelta presa da tempo, con cura, assieme ai suoi cari, nell'attesa che la politica riconoscesse un diritto non più rinviabile. Un desiderio di libertà che non è stato tradito: basterebbe questo, basta la storia di Patrizia a restituire il senso di un'intera legislatura. Una storia che ne accomuna tante altre, e che se oggi scrive un primato, quello della prima applicazione della legge sul biotestamento, merita di essere raccontata per altro: per l'amore nel compimento di una scelta, per la libertà, finalmente, riconosciuta.
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