A due anni dalla decisione della Corte Europea dei Diritti Umani che ha riconosciuto le torture subite da centinaia di persone nella caserma di Bolzaneto e condannato il nostro Paese per l'assenza di idonei strumenti legislativi di contrasto, sempre la Corte EDU rende noto il risarcimento riconosciuto dallo Stato a 6 delle vittime, per quella che fu una vera e propria sospensione dello stato di diritto (come riconosciuto dalla Cassazione).
Ancora una volta si mette a nudo un gravissimo vuoto normativo del nostro ordinamento: la mancata previsione del reato di tortura.
A due anni dall'approvazione alla Camera (9 aprile 2015), il testo di legge che introduce il reato di tortura giace ancora in Senato, prima modificato in Commissione (rendendo così necessaria una nuova navetta), poi abbandonato nel dimenticatoio.
L'impegno preso dal nostro Paese dinanzi ai giudici di Strasburgo di sanare questa vergognosa e colpevole inerzia si traduca in fatti concreti: approviamo la legge entro la fine della legislatura, lo dobbiamo a tutte quelle persone che hanno subito quell'orrore, abbiamo la responsabilità di impedire che ciò accada di nuovo.