Finalmente il testamento biologico, ora garantiamo a tutti la libertà di scegliere

Martedì 20 Febbraio 2018 7385

#COSEFATTE

L’approvazione della legge sul consenso informato e sulle disposizioni anticipate di trattamento (DAT), meglio nota come legge sul “biotestamento”, ha rappresentato sicuramente uno dei momenti più alti della legislatura, un fatto indiscutibile di avanzamento del nostro Paese nel riconoscimento della piena libertà di scegliere e nell’affermazione del diritto all’autodeterminazione delle persone. Una legge che sancisce, finalmente, diritti affermati da una giurisprudenza frutto del coraggio e delle battaglie di molti, a partire da Beppino Englaro e da Piergiorgio e Mina Welby. Una legge che parla di vita, o meglio di dignità della vita, di libertà nella scelta di una persona di sottoporsi o meno a un determinato trattamento sanitario (tra cui la nutrizione e l’idratazione artificiale, comprese finalmente a livello normativo in questa definizione). Le norme introdotte ridisegnano la disciplina complessiva del consenso informato e delrapporto medico-paziente, attraverso la pianificazione condivisa delle cure, la possibilità di ricorrere alla sedazione palliativa profonda contro il dolore e, allo stesso tempo, l’impossibilità di avvalersi di terapie contrarie alla scienza. Grazie alle norme introdotte dalla legge sul biotestamento anche nel nostro Paese sarà legittimo, per ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, e dopo aver acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle sue scelte, esprimere, attraverso le DAT (Dichiarazioni Anticipate di Trattamento), le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici. Il medico è tenuto al rispetto delle DAT, le quali tuttavia possono essere disattese in tutto o in parte dal medico stesso, in accordo con il fiduciario (soggetto indicato dal paziente per rappresentare le sue veci nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie) qualora esse appaiano palesemente incongrue o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente, ovvero sussistano terapie non prevedibili all'atto della sottoscrizione capaci di offrire concrete possibilità di miglioramento delle condizioni di vita. Una norma di buon senso, conseguente alla scelta di non mettere alle DAT una data di scadenza, poiché è necessario tener conto di fattori quali le nuove possibilità di cura. Le DAT devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, ovvero per scrittura privata consegnata personalmente dal disponente presso l'ufficio dello stato civile del Comune di residenza, che provvede all'annotazione in apposito registro istituito presso il Ministero della salute, grazie a una norma introdotta dalla legge di bilancio 2018


#VOGLIOFARE

Dopo decenni una conquista di civiltà: primo compito fondamentale, dentro e fuori dalle istituzioni, è senza dubbio difendere quanto ottenuto e semplificare le procedure affinché tutti possano esprimere liberamente le proprie disposizioni anticipate di trattamento. Numerose sono state le segnalazioni di cittadini privi di una risposta certa, da parte degli enti locali, circa le procedure da seguire per l’autenticazione o il deposito del biotestamento. E’ necessario dunque prevedere istruzioni dettagliate per tutti i Comuni italiani e monitoraggio sull’attuazione della legge. In particolare, è indispensabile supportare tutti i Comuni nella chiara identificazione delle modalità di autenticazione e conservazione delle disposizioni anticipate di trattamento e prevedere, per gli enti locali, l’obbligo di comunicazione pubblica sui siti internet e negli uffici di informazioni e procedure. E’ necessario inoltre provvedere all’adeguata formazione del personale, affinché sia in grado di rispondere alle domande dei cittadini. Sensibilizzare gli enti locali affinché adottino registro comunale per il biotestamento: un’iniziativa che sosterrò a partire dai Comuni del nostro territorio, affinché sia garantita fino in fondo la libertà di scegliere.