Le risorse, rese strutturali da un intervento del Governo, verranno destinate alle Regioni e saranno poi trasmesse agli enti locali per rispondere alle situazioni di disagio abitativo causate dalla morosità incolpevole, l'impossibilità per le famiglie di ottemperare ai canoni di locazione per sopravvenuta perdita della loro capacità reddituale. Il decreto innova inoltre alcune disposizioni previste in materia dal precedente decreto del Ministero delle infrastrutture del 2014. Si stabilisce che le situazioni indicate dal decreto come causa della perdita di reddito delle famiglie e, conseguentemente, della morosità incolpevole, non devono essere considerate in maniera tassativa, ma a titolo esemplificativo, non irrigidendo in questo modo la possibilità di accesso al contributo. La portata massima del contributo è stata innalzata da 8.000 euro a 12.000 euro e sono state indicate precise finalità per la destinazione dello stesso, sostituendo le previgenti priorità nell'assegnazione che erano risultate di difficile interpretazione per gli enti locali. Molto importante risulta inoltre la possibilità per i comuni di stilare appositi elenchi da consegnare alle Prefetture per ottenere la graduazione dell'intervento della forza pubblica nell'esecuzione dei provvedimenti di sfratto. Come precisato nel testo, possono rientrare negli elenchi tutti i cittadini in situazione di morosità incolpevole che possiedono i requisiti reddituali e abitativi stabiliti dal decreto, a prescindere dal loro inserimento o meno nelle graduatorie comunali per il godimento del contributo. Di rilievo inoltre la previsione che sancisce per le Regioni l'obbligo di utilizzare le risorse non spese nelle annualità precedenti seguendo i nuovi criteri. Il disagio abitativo rimane una problematica importante ed emergenziale nel nostro Paese. Bisogna accogliere con favore la volontà di perfezionare gli strumenti in campo nella consapevolezza che nuovi interventi sul tema appaiono sempre più necessari, così come il coordinamento con l'intero sistema di protezione sociale.