Il Reddito di Inclusione, prima misura che assicura un sostegno a tutti i cittadini italiani in povertà

Lunedì 26 Febbraio 2018 6395

Un articolo apparso oggi sul quotidiano "La Stampa" sancisce senza appello il fallimento del Reddito di Inclusione, etichettandolo come "flop". La causa di questo giudizio sommario non è dovuta a una prima analisi dei dati (che d'altronde, dopo soli due mesi dall'avvio, sarebbe quanto meno prematura) ma verrebbe individuata nella difficoltà di coordinamento tra la misura nazionale e le diverse misure di contrasto alla povertà sorte nel tempo a livello regionale: ciò darebbe vita a una "babele" di interventi non connessi, portando ad inefficienze e sprechi di risorse. Una questione vera, senza ombra di dubbio, ma che muove da una premessa sbagliata e da qualche omissione di troppo. Che diverse Regioni abbiano adottato nel tempo differenti misure di contrasto alla povertà, a partire dalla platea dei beneficiari, dai requisiti di accesso, dalle erogazioni e dal funzionamento molto diversi tra loro, tali da causare disparità a livello territoriale, non dipende in alcun modo dal ReI, e lo dimostra il fatto che la maggior parte di queste misure sia precedente all'avvio del Reddito di Inclusione. La causa di questa situazione è dovuta semplicemente all'attribuzione in via esclusiva al livello di governo regionale della competenza costituzionale in materia di politiche sociali, scelta operata con la riforma del Titolo V del 2001. Un contesto ribadito dall'esito dell'ultimo referendum costituzionale e non dovuto in alcun modo dal Reddito di Inclusione. Anzi, proprio il ReI stabilisce per la prima volta nella storia del contrasto alla povertà del nostro Paese un livello minimo di tutela assicurato a tutti i cittadini e la possibilità, per le Regioni, di coordinare i loro interventi con la misura nazionale, cosa che alcune amministrazioni regionali hanno, con merito, già iniziato a fare. Resta impossibile, nel quadro attuale delle competenze, imporre forme di cooperazione più rigide alle Regioni, ma con il Reddito di Inclusione si è aperta realmente la strada per ridurre le diseguaglianze e le disparità esistenti a livello territoriale. Basti pensare al grande investimento realizzato per potenziare i servizi di welfare territoriale, che da quest'anno potranno usufruire del doppio delle risorse fino ad oggi stanziate. Credo che per affrontare problematiche serie sia necessario dare informazioni complete, e con il giusto livello di approfondimento: in caso contrario titoli molto lapidari, anche rispetto al reale contenuto dell'articolo, rischiano di non produrre un buon servizio, ma al contrario, di creare un clima ostile a una misura e a un provvedimento che il nostro Paese attendeva da decenni.