DDL Cirinnà

Mercoledì 20 Gennaio 2016 di Ileana Piazzoni 5146
  1. Cosa prevede in sintesi il Disegno di legge?
  2. Cos’è l’unione civile?
  3. Come si contrae un’unione civile?
  4. Quali sono le cause che impediscono la costituzione di un’unione civile?
  5. Quali sono i diritti che le coppie omosessuali, senza l’approvazione di questa legge, continuerebbero a vedersi negare?
  6. Quali sono i diritti e i doveri che l’unione civile riconosce?
  7. Come si scioglie un’unione civile?
  8. Le coppie omosessuali potranno adottare bambini? Cos’è e come funzionerà la stepchild adoption?
  9. La stepchild adoption legittima la maternità surrogata?
  10. Cosa prevede il disegno di legge in materia di convivenza di fatto?

 

Cosa prevede in sintesi il Disegno di legge?

Il Disegno di Legge è volto a dotare il nostro ordinamento di una disciplina legislativa statale di riconoscimento giuridico delle coppie formate da persone dello stesso sesso e dei diritti delle coppie di fatto. Esso si inserisce nel solco di un lungo dibattito che, a più riprese negli ultimi anni, ha visto il Parlamento nazionale, le Corti e le Istituzioni nazionali e sovranazionali confrontarsi con la necessità di trovare peculiari forme di tutela e di regolamentazione per le coppie formate da persone dello stesso sesso e per le famiglie di fatto.
Si compone di 23 articoli, ripartiti in due Capi, recanti rispettivamente disposizioni per la regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e norme per la disciplina delle convivenze. In estrema sintesi: 

  • gli articoli da 1 a 10 regolamentano esclusivamente il legame fra due persone dello stesso sesso, prevedendo un accordo denominato unione civile
  • gli articoli da 11 a 23 disciplinano invece la convivenza (di fatto) tra due persone (dello stesso sesso o di sesso diverso), maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un'unione civile che non intendono (o non possono) legarsi con un vincolo matrimoniale.

 

Cos'è l’unione civile?

L’unione civile, come definita dall'articolo 1 del disegno di legge, è una specifica formazione sociale, ai sensi dell’articolo 2 della Costituzione. Viene introdotto dunque un istituto giuridico ad hoc, nel rispetto del dettato costituzionale e dei rilievi posti dalla Consulta con la nota sentenza n. 138 del 2010, ove la Corte, rammentando l’ineludibilità del dettato costituzionale (che definisce famiglia la società naturale fondata sul matrimonio) rimarcava in ogni caso come fosse nella piena disponibilità del legislatore individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni tra persone dello stesso sesso, proprio nell'ambito applicativo dell’art. 2 della Costituzione.

 

Come si contrae un’unione civile?

L’articolo 2, nel riconoscere a due persone (fisiche) maggiorenni dello stesso sesso il diritto di costituire una unione civile mediante dichiarazione di fronte all'ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni, prevede la registrazione degli atti di unione civile nell'archivio dello stato civile. Il documento attestante la costituzione dell'unione deve contenere i dati anagrafici delle parti, l'indicazione del loro regime patrimoniale e della loro residenza, oltre ai dati anagrafici e la residenza dei testimoni. L'articolo dispone inoltre in merito al cognome dell'unione: mediante dichiarazione all'ufficiale di stato civile le parti possono stabilire il cognome dell’unione civile scegliendolo tra i loro cognomi. Alle parti è comunque consentito di anteporre o posporre allo stesso il proprio cognome, se diverso, facendone dichiarazione all'ufficiale di stato civile.

 

Quali sono le cause che impediscono la costituzione di un’unione civile?

Sempre l’articolo 2 prevede una serie di cause impeditive per la costituzione della unione civile, la cui sussistenza determina la nullità della stessa:

  • la sussistenza di un vincolo matrimoniale o di un’unione civile tra persone dello stesso sesso; 
  • l’interdizione per infermità di mente. Se l'istanza di interdizione è soltanto promossa il pubblico ministero può chiedere che si sospenda il procedimento di costituzione dell’unione civile e che esso non possa aver luogo finché la sentenza che ha pronunziato sull'istanza non sia passata in giudicato; 
  • la sussistenza di rapporti di affinità o parentela (primo comma dell’articolo 87 del codice civile);
  • la condanna definitiva di un contraente per omicidio consumato o tentato nei confronti di chi sia coniugato o unito civilmente con l'altra parte. Se è stato disposto soltanto rinvio a giudizio ovvero sentenza di condanna di primo o secondo grado ovvero una misura cautelare la procedura per la costituzione dell’unione civile tra persone dello stesso sesso è sospesa sino a quando non è pronunziata sentenza di proscioglimento. All'unione civile tra persone dello stesso sesso si applicano inoltre gli articoli 65 (nuovo matrimonio del coniuge) e 68 (nullità del nuovo matrimonio) nonché le disposizioni in materia di nullità del matrimonio.

 

Quali sono i diritti che le coppie omosessuali, senza l’approvazione di questa legge, continuerebbero a vedersi negare?

Attualmente alle coppie omosessuali sono ancora negati basilari diritti: la reciproca assistenza in caso di malattia, la possibilità di decidere per il partner in caso di ricovero o di intervento sanitario urgente, il diritto di ereditare i beni del partner, la possibilità di subentrare nei contratti, la reversibilità della pensione, la condivisione degli obblighi e dei diritti del nucleo familiare, il pieno riconoscimento dei diritti per i bambini figli di due mamme o di due papà. Questioni semplici e pratiche che incidono, in via discriminatoria, sulla vita di milioni di persone.

 

Quali sono i diritti e i doveri che l’unione civile riconosce?

L'articolo 3 del disegno di legge disciplina i diritti e doveri derivanti dall'unione civile tra persone dello stesso sesso. In particolare, con la costituzione dell'unione civile le parti acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dall'unione civile deriva l'obbligo reciproco alla fedeltà, all'assistenza morale e materiale e alla coabitazione. Entrambe le parti sono tenute, ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni. Si stabilisce che l’indirizzo della vita familiare e la residenza della famiglia siano concordati tra le parti, spettando a ciascuna di essa il potere di attuare l’indirizzo concordato. Viene poi estesa alle unioni civili l’applicazione di una serie di disposizioni in materia di regime patrimoniale della famiglia e in materia di alimenti del libro I del codice civile. Trovano altresì applicazione alle unioni civili anche gli articoli: 116, comma primo (matrimonio dello straniero nello Stato); 146 (allontanamento dalla residenza familiare); 342-bis (ordini di protezione contro gli abusi familiari); 342-ter (contenuto degli ordini di protezione); 408 (scelta dell'amministratore di sostegno); 410 (doveri dell'amministratore di sostegno); 417 (istanza di interdizione o di inabilitazione); 426 (durata dell'ufficio); 429 (revoca della interdizione e della inabilitazione); 1436 (violenza diretta contro terzi); 2122 (indennità in caso di morte del prestatore di lavoro); 2647 (costituzione del fondo patrimoniale e separazione dei beni); 2653, primo comma n. 4) (trascrizione delle domande di separazione degli immobili dotali e di scioglimento della comunione tra coniugi avente per oggetto beni immobili); 2659 (nota di trascrizione); 2941, primo comma n. 1) (sospensione della prescrizione tra i coniugi) del codice civile. L'articolo, fatte salve le disposizioni del codice civile non richiamate espressamente e fatta salva la disposizione di cui all’articolo 6 della legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di adozioni, prevede che le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi», «marito» e «moglie», ovunque ricorrano nelle leggi, nei decreti e nei regolamenti, trovino applicazione anche alla parte della unione civile tra persone dello stesso sesso.
L’articolo 4 regola i diritti successori estendendo anche alle unioni civili tra persone dello stesso sesso la normativa codicistica vigente con riguardo alla famiglia.

 

Come si scioglie un’unione civile?

L’articolo 6 disciplina lo scioglimento dell'unione civile tra persone dello stesso sesso, estendendo ad esse la normativa relativa alla separazione e al divorzio (ivi incluse le disposizioni acceleratorie varate nel corso della legislatura, c. d. divorzio breve). La norma dispone inoltre lo scioglimento dell’unione civile anche nel caso di sentenza di rettificazione di attribuzione di sesso.

 

Le coppie omosessuali potranno adottare bambini? Cos’è e come funzionerà la stepchild adoption?

Il DDL Cirinnà nulla dispone sulle adozioni di minori da parte di unioni formate da persone dello stesso sesso per cui, queste ultime, non potranno in ogni caso adottare minori nati al di fuori della coppia. Interviene invece, con l’articolo 5, in materia di adozione in casi particolari, consentendo alla persona parte di una unione civile di fare richiesta di adozione del figlio minore, anche adottivo, del partner. Nel merito la norma sulla stepchild adoption non fa altro che rimuovere un ostacolo all'uguaglianza, prevedendo che il figlio naturale di una persona che vivrà stabilmente (e regolarmente, con le unioni civili) con una persona dello stesso sesso possa essere adottato anche dall'altro membro della coppia, così da poter avere due genitori entrambi con diritti e doveri di cura. Si tratta di porre fine a una crudele discriminazione ai danni del minore, che in caso di morte del genitore biologico rischierebbe di vedere sradicato il rapporto con l’altro genitore.  È opportuno ricordare che tale istituto è stato già introdotto in via giurisprudenziale nel nostro Paese con la decisione del Tribunale per i Minorenni di Roma, (sentenza 30/07/2014, n. 299), con la quale, a legislazione vigente, il giudice dei Minorenni capitolino ha riconosciuto l'adozione, da parte di una coppia di donne omosessuali, di una bambina, figlia biologica di una di loro.

 

La stepchild adoption legittima la maternità surrogata?

Assolutamente no. La stepchild adoption, occorre chiarirlo non produce nessun effetto sulla questione della maternità surrogata, che continuerà ad essere vietata in Italia ma ammessa in molti paesi esteri e utilizzata, per la stragrande maggioranza dei casi, da coppie eterosessuali. Il punto dunque è relativo esclusivamente alla tutela di bambini e minori della cui esistenza il nostro ordinamento dovrà necessariamente prendere atto, senza imporre discriminazioni.  In caso contrario, impedire questa forma di tutela significherebbe soltanto far pagare ai minori in questione una “colpa” che si vorrebbe imputare ai loro genitori.

 

Cosa prevede il disegno di legge in materia di convivenza di fatto?

Il DDL Cirinnà stabilisce inoltre una disciplina complessiva della convivenza di fatto, fra persone di sesso diverso o dello stesso sesso. L'istituto della convivenza di fatto è subordinato alla sussistenza di una serie di requisiti ulteriori rispetto alla mera coabitazione richiedendo: 

  • la maggiore età dei conviventi (siano essi di diverso o dello stesso sesso); 
  • la sussistenza di legami affettivi e di reciproca assistenza morale e materiale;
  • l'assenza di vincoli di parentela, affinità o adozione, ovvero di legami matrimoniali o derivanti da un'unione civile.

Vengono individuati gli obblighi e i diritti tra conviventi di fatto: in primo luogo gli obblighi di reciproca assistenza. I conviventi di fatto hanno diritto reciproco di visita, di assistenza nonché di accesso alle informazioni personali in caso di malattia o di ricovero. Ciascun convivente di fatto ha la facoltà di designare (in forma scritta e autografa oppure in caso di impossibilità di redigerla, alla presenza di un testimone) l'altro quale suo rappresentante con poteri pieni o limitati in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e di volere, per le decisioni in materia di salute; ovvero in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie. Si stabiliscono i diritti abitativi, nel caso di morte del convivente di fatto proprietario della casa di residenza e l’accesso alle graduatorie per l’assegnazione di alloggi di edilizia popolare stabilendo che nel caso in cui l'appartenenza ad un nucleo familiare costituisca titolo o causa di preferenza, di tale titolo o causa di preferenza possano godere, a parità di condizioni, anche i conviventi di fatto. Si riconoscono ai conviventi di fatto gli stessi diritti spettanti al coniuge nei casi previsti dall'ordinamento penitenziario. Vengono riconosciuti inoltre i diritti del convivente nell’attività di impresa e si prevede che, in caso di decesso del convivente di fatto derivante da fatto illecito di un terzo, nell'individuazione del danno risarcibile alla parte superstite trovino applicazione i medesimi criteri individuati per il risarcimento del danno al coniuge superstite.