- Perché una legge sugli ecoreati?
- Quali sono i nuovi delitti introdotti dalla legge?
- Le nuove pene saranno più severe?
- Come cambia il regime della prescrizione?
- Cosa succede se enti o società sono coinvolte in un delitto ambientale?
- Perché è stata eliminata la norma che vietava l’utilizzo della tecnica “air gun”?
- La legge approvata è quella presentata dal Movimento Cinque Stelle?
Perché una legge sugli ecoreati?
Nel nostro Paese la criminalità ambientale ha assunto livelli di diffusione preoccupanti, facendo passi da gigante negli ultimi anni. I dati diffusi da Legambiente, dimostrano come attualmente in Italia, ogni anno, si consumino circa 30.000 illeciti ambientali per un giro d'affari stimato in circa 15 miliardi di euro (e con circa 300 clan mafiosi coinvolti), tra illeciti che si riferiscono al mercato illegale e illeciti che si riferiscono ad investimenti pubblici a rischio. Di questi illeciti, la gran parte insiste nelle regioni del nostro Paese a più alta densità di criminalità organizzata, ma sono presenti anche nelle altre regioni – in particolare dove c’è un tessuto economico diffuso – poiché attraverso le violazioni delle norme poste a tutela dell'ambiente spesso si può anche inquinare la libera concorrenza (attraverso un indebito abbattimento dei costi nell'attività di impresa). Come premesso, l’impianto normativo di contrasto e repressione a tali fenomeni si è mostrato negli anni del tutto inadeguato, lasciando alla magistratura l’ingrato compito di adeguare a eventi criminosi non disciplinati determinate fattispecie di reato, lasciando in molti casi (per oggettiva impossibilità) veri e propri disastri senza responsabili.
Per superare questa situazione la legge approvata interviene dunque su questi principali aspetti:
- viene inasprito il quadro sanzionatorio per le condotte che danneggiano l'ambiente (attualmente punite prevalentemente a titolo di contravvenzione), inserendo nuovi delitti nel codice penale e nuove ipotesi di responsabilità derivante da reato per le persone giuridiche;
- viene raddoppiato il termine di prescrizione per i nuovi delitti;
- si prevedono forme di ravvedimento operoso mediante una diminuzione di pena nei confronti di chi si adopera per evitare che l'attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori, anche aiutando concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nella ricostruzione dei fatti, nell'individuazione dei colpevoli e nel consentire la sottrazione di risorse rilevanti per la commissione di delitti ovvero di chi - prima del dibattimento - provvede alla messa in sicurezza e alla bonifica.
Quali sono i nuovi delitti introdotti dalla legge?
La legge introduce ex novo i seguenti delitti:
- inquinamento ambientale: il nuovo articolo 452-bis del Codice penale punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 100.000 euro chiunque abusivamente cagioni una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili dello stato preesistente delle acque, dell'aria, di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo, di un ecosistema, della biodiversità (anche agraria), della flora o della fauna. È prevista un’aggravante (aumento fino ad un terzo della pena) quando il delitto sia commesso in un’area naturale protetta o sottoposta a vincoli, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette. È inoltre previsto (art. 542-ter) che, se dal delitto di inquinamento ambientale, derivino la morte o lesioni personali quali conseguenze non volute dal reo (escluse le malattie con durata non superiore ai 20 giorni) venga applicato un catalogo di pene graduato in ragione della gravità delle conseguenze del delitto. Ove gli eventi lesivi derivati dal reato siano plurimi e a carico di più persone si applica la pena che dovrebbe infliggersi per il reato più grave aumentata fino al triplo;
- disastro ambientale: l’art. 452-quater prevede per questa fattispecie delittuosa la pena della reclusione da 5 a 15 anni. Il delitto è definito, alternativamente, come: un’alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema, ovvero un’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali, ovvero l’offesa all’incolumità pubblica determinata con riferimento sia alla rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione ambientale o dei suoi effetti lesivi, sia al numero delle persone offese o esposte al pericolo. Il disastro ambientale è aggravato ove commesso in un’area protetta o sottoposta a vincolo o in danno di specie animali o vegetali protette;
- delitto di traffico e abbandono di materiale di alta radioattività: l'articolo 452- sexies punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e con la multa da 10.000 a 50.000 euro il reato di pericolo di chiunque abusivamente «cede, acquista, riceve, trasporta, importa, esporta, procura ad altri, detiene, trasferisce, abbandona materiale di alta radioattività ovvero, detenendo tale materiale, lo abbandona o se ne disfa illegittimamente». Pene più severe ed efficaci, quindi, ad esempio per il traffico delle cosiddette “navi dei veleni”;
- delitto di impedimento del controllo: il delitto di cui all’art. 452-septies prevede la reclusione da 6 mesi a 3 anni, sempre che il fatto non costituisca più grave reato, per chiunque impedisce, intralcia o elude l’attività di vigilanza e controllo ambientale e di sicurezza e igiene del lavoro ovvero ne compromette gli esiti. L’impedimento del controllo deve avvenire negando o ostacolando l’accesso ai luoghi o mutando artificiosamente lo stato dei luoghi. Peraltro, laddove l'ostacolo sia posto, ad esempio, con mezzi meccanici, deve esserne disposta la confisca. D’ora in avanti, quindi, ostacolare un campionamento o una verifica ambientale sarà reato;
- omessa bonifica: il nuovo articolo 452-terdecies punisce, salvo che il fatto costituisca più grave reato, con la reclusione da 1 a 4 anni e con la multa da 20.000 a 80.000 euro chiunque, essendovi obbligato, non provvede alla bonifica, al ripristino e al recupero dello stato dei luoghi. L'obbligo dell'intervento può derivare direttamente dalla legge, da un ordine del giudice o da una pubblica autorità.
Le nuove pene saranno più severe?
Assolutamente si. La proposta di legge è fortemente orientata ad assicurare un rafforzamento della risposta sanzionatoria dello Stato nell’ipotesi in cui la criminalità ambientale sia frutto di programmi delinquenziali di organizzazioni a delinquere e mafie. Infatti, la commissione di delitti contro l’ambiente in forma associativa determina l’applicazione di aggravanti:
- l’aumento fino a un terzo della pena prevista dall’art. 416 quando l’associazione a delinquere è diretta alla commissione di un delitto ambientale;
- l’aumento fino ad un terzo della pena prevista dall’art. 416-bis quando l’associazione mafiosa è finalizzata a commettere un delitto ambientale ovvero all’acquisizione della gestione o comunque del controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti o servizi pubblici in materia ambientale;
- l’aumento fino alla metà della pena quando l’associazione (semplice o mafiosa) include pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che esercitano funzioni o svolgono servizi in materia ambientale.
Viene inoltre introdotta una nuova circostanza definita "aggravante ambientale". Tale disposizione prevede un aumento di pena (da un terzo alla metà) quando un qualsiasi reato venga commesso allo scopo di eseguire uno dei delitti contro l'ambiente previsti dal nuovo Titolo VI-bis del libro secondo del Codice penale, dal Codice dell'ambiente (D.Lgs 152/2006) o da altra disposizione di legge posta a tutela dell'ambiente. L'aumento è invece di un terzo se dalla commissione del fatto derivi la violazione di disposizioni del citato Codice dell'ambiente o di altra legge a tutela dell'ambiente.
Come cambia il regime della prescrizione?
Per i nuovi delitti ambientali i termini di prescrizione raddoppiano. Inoltre, se si interrompe il processo per dar corso al ravvedimento operoso (fino ad un massimo di 1 anno), il corso della prescrizione è sospeso. Mai più, quindi, casi come quelli dell’Eternit di Casale Monferrato o dell’indagine cosiddetta “Cassiopea”, che ha ispirato il libro “Gomorra” di Roberto Saviano, entrambi finiti in prescrizione.
Cosa succede se enti o società sono coinvolte in un delitto ambientale?
Oltre alla ovvia responsabilità penale per i vertici delle società, alle persone giuridiche si applicheranno sanzioni pecuniarie quando pongano in essere illeciti amministrativi dipendenti da reato:
- da 205 a 600 quote per il reato di delitto di inquinamento ambientale;
- da 400 a 800 quote per il reato di disastro ambientale;
- da 300 a 1000 quote per associazione a delinquere (comune o mafiosa);
- da 250 a 600 quote per il delitto di traffico e abbandono di materiale radioattivo.
In caso di delitto di inquinamento ambientale e di disastro ambientale si applicano le sanzioni interdittive (ad es. interdizione dall’esercizio dell’attività, sospensione o revoca di licenze, autorizzazioni o concessioni, divieto di contrattare con la PA ecc.), che non possono essere superiori ad un anno. Per le ipotesi colpose relative ai delitti di inquinamento ambientale e di disastro ambientale le sanzioni pecuniarie e interdittive sono diminuite di un terzo.
Perché è stata eliminata la norma che vietava l’utilizzo della tecnica “air gun”?
Occorre innanzitutto ricordare la genesi di questa norma. Dopo la prima lettura alla Camera ed il voto a favore della maggioranza di Governo e di alcune opposizioni (Sel e M5S) la norma che vietava l’utilizzo della tecnica “air gun” viene approvata con un emendamento di Forza Italia al Senato, partito che, ovviamente (FI si è battuta strenuamente, fin dal principio contro il ddl), ne propone la soppressione alla Camera, per allungare ancora i tempi. Un “cavallo di troia” dunque, cui al Senato non si è prestata sufficiente attenzione, data la chiara proposizione per affossare la legge. Venendo al merito di questa tecnica, essa consiste nell’utilizzo di aria compressa a forte impatto sonoro per il sondaggio dei fondali marini, a scopi geofisici e per la ricerca di idrocarburi. Sulla metodologia in questione non vi sono evidenze scientifiche certe rispetto ai danni per l’ambiente e, seppure appare assolutamente opportuno un approfondimento e una regolamentazione seria, ciò non potrebbe avvenire al di fuori della normativa comunitaria. Occorre ricordare inoltre come il fondamentale principio di precauzione in materia ambientale determini, sì, la necessità di provvedimenti cautelativi verso l’ambiente anche in una situazione di incertezza scientifica, ma (come più volte sancito dalla giurisprudenza comunitaria e interna in materia) l’imposizione del divieto di esercizio di una determinata attività imprenditoriale non può porsi in presenza di un mero rischio (la misura potrebbe poi rivelarsi inutile alla stregua delle successive acquisizioni scientifiche e il divieto illegittimo). Bisogna altresì ricordare come il testo stralciato (nella formulazione approvata al Senato) sanzionasse penalmente soltanto una metodologia di trivellazione, lasciando paradossalmente impunite forme di trivellazione ancora più impattanti e invasive. L’eliminazione della norma dalla legge sugli ecoreati è stata dunque del tutto corretta e coerente con il suo impianto.
La legge approvata è quella presentata dal Movimento Cinque Stelle?
È avvilente che, neanche di fronte a un provvedimento così importante e condiviso a larga maggioranza, il M5S non riesca a fare a meno di una vuota propaganda. La legge sugli ecoreati porta la prima firma del Presidente della Commissione Ambiente della Camera Ermete Realacci (PD) ed è il frutto di un lavoro congiunto che ha portato a un testo unificato delle proposte di legge Realacci (PD), Pellegrino (SEL), Miccillo (M5S). Mettere il cappello per forza sul lavoro di tutto il Parlamento è quantomeno fuori luogo e inopportuno, se non disonesto (a proposito della litania dell’onestà). Se proprio vogliamo dare una paternità specifica alla legge, non si può non ricordare il grande lavoro, l’impegno e la determinazione nell’arrivare all’approvazione svolto sin dall’inizio della legislatura (quando era Ministro dell’ambiente) dal Ministro della giustizia Andrea Orlando.