Una manovra che, partendo dalla consapevolezza dello stato di recessione in cui il Paese versa da anni, ha come obiettivo il necessario rilancio della crescita. La conferma del bonus Irpef di 80 euro, l'esclusione della componente lavoro dall'Irap, la totale decontribuzione per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, la temporanea possibilità per i lavoratori del privato di scegliere di avere in busta paga un anticipo del Tfr sono misure che si muovono indiscutibilmente in questa direzione, affrontando inoltre alcuni dei problemi strutturali del Paese. Un motivo determinate del mio “si” alla legge di stabilità è stato, inoltre, il radicale cambio di rotta in tema di politiche sociali, con stanziamenti ai diversi Fondi finalmente congrui e strutturati negli anni.
Per un esame complessivo della manovra ti invito a cliccare qui. Di seguito trovi una serie di informazioni su alcune delle misure principali che spero siano in grado di chiarire dubbi a riguardo e fornire indicazioni utili.
1) Il bonus IRPEF degli 80 euro. Solo una misura spot, “una tantum”?
Naturalmente no. Proprio con la legge di stabilità si è provveduto a confermare la misura degli 80 euro come credito fiscale, nel contesto di una riforma strutturale di sistema, con la finalità di rendere questo strumento duraturo. Le regole rimangono le stesse già applicate nel corso del 2014: il bonus di 80 euro spetta ai lavoratori dipendenti (titolari di contratto di lavoro dipendente e assimilati, collaborazioni coordinate e continuative, compensi percepiti dai lavoratori soci delle cooperative, borsa di studio, premio o sussidio per fini di studio o addestramento professionale, prestazioni pensionistiche erogate dai fondi di previdenza complementare, compensi per lavori socialmente utili, lavoratori in Aspi, cassa integrazione, mobilità) con uno stipendio annuo compreso fra 8.145 e 26 mila euro. Per finanziare questa misura che aumenta il reddito a disposizione delle famiglie sono stanziati circa 9.5 miliardi di euro.
2) Il “bonus bebè”: l’ennesima misura spot che toglie risorse alla costruzione di nuovi asili nido?
È stata fatta molta confusione riguardo a questa misura, che non fa altro che introdurre nel sistema italiano una forma di sostegno alla natalità, il cosiddetto “premio alla nascita”, previsto in diversi Paesi europei. Il “bonus bebè” viene inoltre erogato in base al reddito (che non deve superare i 25 mila euro l’anno) come forma di sostegno per le famiglie meno abbienti. Consiste in un contributo per ogni figlio nato o adottato tra il 2015 e il 2017 di 960 euro l’anno, erogato mensilmente fino al compimento del terzo anno di età o di inserimento. L’importo del contributo raddoppia laddove la condizione economica non sia superiore ai 7 mila euro annui. Una misura, dunque, volta alle fasce più deboli del tessuto sociale che in questo modo saranno tutelate nel percorso di formazione di una famiglia. Non corrisponde a verità inoltre la versione molto diffusa secondo cui il “bonus bebè” è stato finanziato utilizzando le risorse necessarie alla costruzione di nuovi asili nido. In questa legge di stabilità, per la prima volta, vengono destinati specificamente 100 milioni di euro per il rilancio di un piano di sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, a cominciare proprio dagli asili nido.
3) Il TFR in busta paga, come funziona?
Lo scopo di questa misura è quello di consentire ai lavoratori del settore privato di poter usufruire di un anticipo di liquidità, attraverso l’erogazione anticipata di una quota del trattamento di fine rapporto. Una soluzione spesso suggerita anche dai sindacati per consentire ai lavoratori di far fronte a particolari spese e ad esigenze temporanee. Si tratta di un provvedimento sperimentale che riguarderà i periodi di retribuzione compresi tra il 1° marzo 2015 e il 30 giugno 2018. Riguarderà i lavoratori dipendenti del settore privato che abbiano un rapporto di lavoro in essere da almeno sei mesi presso il medesimo datore di lavoro. Occorre precisare che l’opzione in questione è assolutamente volontaria per quanto riguarda i lavoratori e a costo zero per le imprese, poiché saranno le banche ad anticipare alle imprese le risorse necessarie. In caso di mancata restituzione delle somme da parte dell’azienda alla scadenza del finanziamento, queste si potranno rivolgere ad un Fondo di garanzia INPS e a una controgaranzia pubblica, finanziata con 100 milioni dalla legge di stabilità.
4) Quali novità in tema di pensioni?
Con la legge di stabilità si è fatto un ulteriore passo avanti per la correzione di alcune delle storture causate al sistema pensionistico dalla “riforma Fornero”. Grazie ad un emendamento del Partito democratico presentato alla Camera, sono state infatti eliminate le penalizzazioni fino a oggi previste sui pensionamenti con meno di 62 anni, per chi entro il 2017 maturerà almeno 42 anni e un mese di contribuzione (41 anni e un mese per le donne). Per tutti questi soggetti quindi non scatteranno più le riduzioni percentuali dei trattamenti pensionistici previste dalla legge Fornero.
5) La legge di stabilità prevede solo tagli per le Regioni e gli enti locali?
I servizi locali sono a rischio? La legge di stabilità ha sancito un cospicuo taglio nei trasferimenti delle risorse dallo Stato alle Regioni. Sebbene quest’ultimo sia avvenuto solo al termine di un confronto serrato e costante tra il Governo e le stesse Regioni proprio queste ultime sono chiamate a uno sforzo importante di razionalizzazione e taglio degli sprechi. Un’operazione difficile ma non impossibile e necessaria, come dimostrato da molte inchieste recenti. Ma oltre a questo taglio di risorse la legge di stabilità mette in campo una vasta operazione per gli enti locali di riduzione dei vincoli di equilibrio finanziario sanciti dal patto di stabilità interno, che impediscono a Comuni e Province di spendere risorse, anche quando ne dispongono. La riduzione dei saldi obiettivo per il triennio 2015-2018 è di ben 3.350 milioni di euro, liberando risorse per gli enti locali per oltre un miliardo di euro. Questo significa maggiori possibilità nella gestione e realizzazione di servizi essenziali, tra cui quelli inerenti al sistema di welfare locale integrato, grazie alla presentazione di un mio emendamento.
6) Cosa cambia per la tassazione locale?
Sarà più alta nel 2015? In attesa che venga istituita la nuova tassa comunale unica (local tax), razionalizzando l’intero sistema dei tributi locali, sono stati posticipati al 2016 gli aumenti delle aliquote Imu e Tasi previsti dalla scorsa legge di stabilità. L’aliquota massima della Tasi in particolare, non potrà dunque superare il 2,5 per mille.
7) Quali sono i provvedimenti presi in materia di welfare?
Quali risorse per le politiche sociali? La legge di stabilità realizza un radicale cambio di rotta in materia di welfare e politiche sociali, non solo per l’entità delle risorse stanziate, interrompendo in maniera significativa il trend al ribasso degli ultimi anni, ma anche per la programmazione pluriennale degli stanziamenti, dando così certezze nella pianificazione e continuità dei servizi. Un importante lavoro è stato svolto in sede parlamentare, con l’aumento delle risorse destinate alle politiche sociali e il rifinanziamento di importanti misure. Il Fondo per le politiche sociali e il Fondo per le non autosufficienze sono stati rifinanziati rispettivamente per 300 e 400 milioni (50 milioni in più per quest’ultimo rispetto alla scorsa legge di stabilità), che verranno ripartiti poi su base regionale e andranno a finanziare i servizi di welfare sociale. Viene istituito un Fondo per la famiglia, con dotazione di 112 milioni di euro di cui 100 verranno destinati ai servizi per l’infanzia, a partire dagli asili nido. Per il 2015 è stato inoltre incrementato di 5 milioni di euro il Fondo delle politiche della famiglia, allo scopo di sostenere le adozioni internazionali e garantire il pieno funzionamento. Importantissimo è stato il lavoro del Parlamento per confermare il finanziamento delle misure a sostegno dell’inserimento lavorativo dei disabili: il Fondo per il diritto al lavoro dei disabili per l’anno 2015 disporrà di 20 milioni di euro. Così come importante è stata la previsione, per la prima volta, di misure per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle patologie connesse alla dipendenza dal gioco d’azzardo. Una vera e propria emergenza sociale in questi ultimi anni, per contrastare la quale sono stati stanziati 50 milioni di euro. Significativo è stato il rifinanziamento dei fondi per l’accoglienza dei migranti: 187,5 milioni di euro sono destinati al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo e serviranno ad assicurare l’ampliamento del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR). Altri 12,5 milioni di euro andranno a sostenere il nuovo Fondo per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati. Infine, anche per l’anno 2015, sono stati confermati i fondi per i programmi “anti-tratta”: la legge di stabilità assegna 8 milioni di euro, all'attuazione del programma unico di emersione, assistenza e integrazione sociale degli stranieri vittime dei reati di riduzione in schiavitù, della tratta e vittime di violenza o di grave sfruttamento degli esseri umani.
8) Quali misure a favore degli ultimi e per il contrasto alla povertà?
Il contrasto alla povertà, specie quella assoluta, drammaticamente in aumento nel Paese nell'ultimo decennio, rappresenta senza ombra di dubbio una delle questioni di maggior importanza da affrontare e nei confronti di cui, questa legislatura, deve dare risposte concrete. Con la legge di stabilità sono previste misure importanti, che possono rappresentare un primo passo nella direzione giusta. È stato confermato anche per l’anno 2015 il finanziamento della carta acquisti ordinaria, la c.d. “social card”, che ha lo scopo di fornire sostegno economico alle famiglie e aiutarle con le spese domestiche, sanitarie e con le bollette. I requisiti (cittadini dai 65 anni, famiglie con minori sotto i 3 anni, cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno di lungo periodo) e il funzionamento della carta acquisti (carta ricaricabile con su cui vengono caricati 80 euro ogni bimestre) rimangono gli stessi. A sostegno della misura sono stanziati 250 milioni di euro, di cui 50 saranno destinati al prosieguo della sperimentazione del “sostegno di inclusione attiva”. Il SIA, o “social card per l’inclusione” rappresenta il primo tentativo di inserire una forma di “reddito minimo di inserimento”. Non solo sostegno economico alle famiglie beneficiarie, ma un progetto ben più ampio di inclusione sociale attiva: lavorativa per gli adulti, scolastica per i bambini, sociale e sanitaria per tutta la famiglia. La sperimentazione ha coinvolto le 12 città più grandi del Paese e verrà progressivamente estesa sul territorio, partendo dalle regioni del Mezzogiorno. L'ammontare mensile del contributo economico, erogato anche in questo caso attraverso una carta acquisti ai beneficiari è modulato sulla base della numerosità del nucleo familiare e può arrivare fino a 400 euro mensili per le famiglie con 5 o più componenti. Assieme alla conferma della “social card” e del SIA la legge di stabilità per l’anno 2015 ha stanziato 45 milioni di euro nel 2015 per sostenere le famiglie numerose e a basso reddito, che potranno usufruire di buoni acquisto di beni e servizi per l’infanzia qualora si trovino in una condizione economica corrispondente a un valore dell’indicatore ISEE non superiore a 8.500 euro annui e con almeno quattro figli. Sempre per il 2015 altri 12 milioni di euro sono destinati alla distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti.
9) Quali misure a favore del terzo settore e per il servizio civile?
Anche in materia di terzo settore, volontariato e servizio civile la legge di stabilità contiene misure importanti. Innanzitutto i fondi per il servizio civile per l’anno 2015 già stanziati dalla scorsa legge di stabilità (65 milioni di euro) non sono stati diminuiti, bensì incrementati di altri 50 milioni di euro. Per il finanziamento della riforma del Terzo settore e dell’impresa sociale (in discussione in questi mesi alla Camera) sono stati stanziati 50 milioni di euro per il 2015, 140 milioni per il 2016 e 190 milioni a decorrere dal 2017, quando lo stanziamento dovrebbe essere autorizzato a regime. E’ stata prevista la stabilizzazione della disciplina del 5 per mille Irpef e incrementato, infine, a 30 mila euro annui l’importo massimo sul quale spetta la detrazione del 26 per cento per le erogazioni liberali in denaro a favore delle Onlus. Un incremento significativo, considerando che fino all’anno scorso il limite massimo era nella misura di 2.065 euro, e che garantirà un massimo risparmio per il contribuente fino a 7.800 euro di imposta, a fronte dei 537 euro precedenti. L’innalzamento del limite massimo è un significativo incentivo a donare anche per le aziende medio-piccole con evidenti vantaggi per le Onlus e le ONG, specialmente quelle di piccole dimensioni.
10) La legge di stabilità non contiene nessuna misura di green economy?
In materia di green economy la legge di stabilità 2015 contiene l’importante conferma del c. d. “ecobonus” mantenendo sostanzialmente anche per il 2015 le detrazioni in vigore per il 2014 (50 per cento per il recupero edilizio e per l'acquisto di mobili; 65 per cento per gli interventi di riqualificazione energetica, inclusi quelli relativi alle parti comuni degli edifici condominiali). La detrazione del 65 per cento è estesa, dal 1°gennaio 2015 fino al 31 dicembre 2015, per le spese di acquisto e posa in opera delle schermature solari (fino a 60.000 euro) e per l'acquisto e la posa in opera degli impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, nel limite massimo di detrazione di 30.000 euro. Per gli interventi in funzione antisismica effettuati fino al 31 dicembre 2015 la detrazione è aumentata dal 50 al 65 per cento.