#COSEFATTE
Il diritto alla casa ha riacquisito centralità nel dibattito politico e negli interventi normativi realizzati durante questa legislatura: dalla questione fiscale inerente la prima casa alla continuità degli incentivi per la ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici.
Più di 19 milioni di famiglie non pagano più Imu e Tasi, le tasse sulla prima casa: proprietari e inquilini non dovranno quindi mai più versare imposte per l’abitazione principale. Non tutti, però: gli immobili di lusso non sono esentati. Lo sono, invece, gli edifici appartenenti alle cooperative edilizie destinate agli studentati universitari, gli alloggi sociali, la casa assegnata al coniuge in seguito a divorzio o separazione, gli immobili di appartenenti alle Forze armate trasferiti per motivi di lavoro. Ridotta del cinquanta per cento anche l’Imu sulle case date in comodato d’uso a figli o genitori. Grazie all’abolizione di queste tasse, il peso fiscale sui nuclei familiari si è alleggerito di 3,5 miliardi.
Anche l’Imu sugli imbullonati che colpisce le imprese, l’Irap e l’Imu agricola sono state abolite. Con il cosiddetto “ecobonus”, confermato ogni anno, sono state introdotte detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici.
Con la Legge di Bilancio 2018, alcune modifiche alla normativa hanno ampliato la platea dei soggetti beneficiari e degli interventi che danno diritto a ottenere agevolazioni, tra cui i lavori di messa in sicurezza dei giardini condominiali, la rimozione dell'amianto dai tetti.
Nuove detrazioni fiscali sono previste inoltre in base al grado di efficientamento raggiunto dall'immobile con gli interventi eseguiti.
Ma interventi normativi hanno affrontato anche la dimensione sociale del diritto all’abitare. Con il cosiddetto “piano casa”, è stato approvato un pacchetto di misure a sostegno del diritto alla casa per 1,7 miliardi complessivi. Tra le misure principali: il rifinanziamento del Fondo a sostegno degli affitti e del Fondo per la morosità incolpevole, un piano di alienazione di immobili pubblici con destinazione esclusiva dei proventi alla realizzazione di un programma straordinario di acquisto di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica e di manutenzione straordinaria del patrimonio esistente; un piano di recupero di immobili e alloggi di edilizia residenziale pubblica;detrazioni fiscali IRPEF per gli inquilini di alloggi sociali; la riduzione dell’aliquota della cedolare secca dal 15 al 10% per i contratti a canone concordato, un piano per l’aumento dell'offerta di alloggi sociali in locazione, senza consumo di nuovo suolo; la salvaguardia delle norme a tutela degli inquilini che hanno denunciato i cosiddetti “affitti in nero”.
Misure che costituiscono un primo passo e che andranno rafforzate e semplificate, per affrontare in maniera organica la questione del diritto all’abitare.
#VOGLIOFARE
Occorre rafforzare la dimensione sociale del diritto all’abitare, affrontandola in maniera organica. È necessario potenziare, rendendoli certi nel tempo, gli interventi a garanzia di un diritto fondamentale: quello ad avere una propria abitazione. Dare la possibilità alle Regioni di programmare il contrasto all’emergenza abitativa attraverso il Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione ed, eventualmente, anche attraverso l’utilizzo delle risorse non spese del Fondo per il contrasto alla morosità incolpevole, rappresenta un primo passo verso la creazione di una risposta unitaria per la tutela del diritto all’abitare.
Per garantire il diritto alla casa, appare necessario migliorare il supporto a chi rischia di perdere la propria abitazione o ha difficoltà ad accedere al mercato delle locazioni. Ciò attraverso uno strumento unico, in grado di evitare complicati passaggi burocratici: un Fondo di garanzia per l’affitto, capace di intervenire a sostegno delle fasce di popolazione più deboli e a supporto di coloro che si trovano in una particolare situazione di difficoltà.
Appare inoltre di primaria importanza accelerare la definizione del programma di interventi per il recupero e la razionalizzazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di comuni e Istituto Autonomo Case Popolari (IACP), risolvendo le eventuali criticità che hanno comportato ritardi e monitorando in maniera puntuale i risultati. Offrire a tutti la possibilità di accedere a un’abitazione rappresenta un obiettivo di primaria importanza anche per consolidare gli effetti della ripresa e agganciare il nuovo trend occupazionale. Costi del diritto all’abitare che erodono in maniera troppo rilevante sulle retribuzioni possono avere effetti negativi sulla ripresa dei livelli occupazionali, con incidenza maggiore in determinati contesti territoriali e per i giovani in affitto. Specie nei loro confronti dobbiamo introdurre strumenti che agevolino il raggiungimento dell’autonomia. Riguardo a ciò l’obiettivo è quello di introdurre una detrazione fiscale del valore di 150 euro al mese (in grado di raggiungere anche gli incapienti sotto forma di assegno) a beneficio di tutti gli under 30 con un reddito fino a 30 mila euro e un contratto d’affitto sulle spalle. Un aiuto concreto per venire incontro sia ai giovani, che potranno contare su un incremento del reddito disponibile, sia alle loro famiglie, su cui troppo spesso sono costretti a fare affidamento.