Utoya e Suruc: giorni di straordinaria follia

Mercoledì 22 Luglio 2015 2137

Il gesto di Breivik - compiuto per dare un segnale al suo popolo contro il multiculturalismo e per difendere la "cultura europea" – si confonde, oggi, con quello della kamikaze 18enne che, proprio pochi giorni fa, si è fatta esplodere a Suruc, uccidendo oltre 35 persone e ferendone in modo grave altre 100, in gran parte ragazzi della Federazione delle associazioni giovanili socialiste in partenza per Kobane.
Nella cittadina siriana, ormai lacerata da mesi di lotta alla follia integralista dell'Isis, i giovani avrebbero voluto costruire una biblioteca, ripiantare un bosco, mettere in piedi un campo giochi: sogni di ricostruzione spazzati via dall'esplosione.
Tragedie come queste devono essere un monito per tutti noi, convinti democratici, a non abbassare mai l’attenzione sui rigurgiti totalitari e tutelare le giovani generazioni dalle sirene di ogni intolleranza.
Affinchè non si ripetano più.