Reddito di Cittadinanza versione Raggi, propaganda elettorale dopo lo smantellamento del welfare cittadino

Martedì 6 Febbraio 2018 2544

L’ultima trovata di Virginia Raggi, per assecondare la campagna elettorale nazionale del M5S, è la proposta di introdurre anche nella Capitale un fantomatico “reddito di cittadinanza”. Circa 300 euro mensili per 5 mesi e per solo 1500 romani, individuati sulla base di categorie molto eterogenee, senza alcuna considerazione della reale condizione di povertà.

Dopo aver strizzato l’occhio ai no vax con un atto al limite dell’eversione, manifestando la volontà di disapplicare la normativa nazionale in tema di vaccinazioni, ecco magicamente l’introduzione di un sussidio inutile, senza alcuna prospettiva di servizi, di presa in carico, di percorsi di inclusione per gli ipotetici beneficiari: l’importante è chiamarlo reddito di cittadinanza per poterlo sbandierare durante questa campagna elettorale.

Tutto ciò mentre il sistema di welfare cittadino viene progressivamente meno per le iniziative della Giunta Raggi. Dal Piano Freddo per i senza dimora aspramente criticato anche dalla Caritas, pochi posti in vergognose tendopoli, alla proroga milionaria delle soluzioni alloggiative nei residence, al fallimento totale del piano per il contrasto all’emergenza abitativa, ai ritardi nell’attuazione del Reddito di Inclusione.

Invece di lavorare per garantire un miglior accesso al ReI e potenziare i servizi sociali, considerando come già 7 milioni di euro siano stati stanziati a tal fine dal Governo - e altre risorse arriveranno dalla ripartizione del Fondo ReI “servizi” (297 milioni per il 2018) - il Sindaco Raggi preferisce fare propaganda con una misura spot, senza alcuna efficacia e dalla copertura molto vaga.

Invece di prestarsi ai diktat di marketing elettorale della casa madre, la Raggi pensi ad amministrare la città e provi, almeno, a garantire gli interventi di welfare previsti dalle leggi nazionali e finanziati dallo Stato.